Questa notte, per chi avrà la fortuna di avere il cielo sereno, sarà possibile osservare una Luna Piena un po’ diversa dal solito. Ce ne parla la nostra Martina Cardillo, Astrofisica (nonchè poetessa spaziale) con una chiusura finale dolce come….la Luna stessa!
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La Luna Piena del 27 Aprile: La Luna Rosa
“Superluna rosa da non perdere!”. Più o meno questo è stato il tenore dei vari titoli di giornale e pagine web sparse per accompagnarci verso il plenilunio di questo mese di aprile. In molti, quindi, si aspetteranno di vedere in cielo non solo una Luna molto più grande del normale ma anche tinta di rosa. E noi abbiamo l’arduo compito di deludere, ahinoi, queste aspettative.
In questo mese, la Luna sarà nel suo punto più vicino alla Terra (perigeo) proprio durante la sua fase di plenilunio e quindi sarà apparentemente più grande di quanto siamo abituati a vederla, è vero. Ma la differenza apparente della sua grandezza è sotto l’11% il che significa che se, per esempio, normalmente riusciamo a coprirla col nostro pollice (più o meno 2 cm), stavolta sarà grande al massimo 2.2 cm. Quindi nessuna Luna pazzescamente gigante, ci dispiace.
In quanto al colore…beh, sarà sempre grigia, nessun rosa pallido o rosa confetto. “Luna Rosa” è il nome dato dalla tribù dei nativi americani algonchini (la più numerosa ancora oggi) al plenilunio di aprile. Il motivo è legato al fatto che le piante chiamate Phlox (Floghi) iniziano a fiorire proprio durante questo mese, prima di tutte le altre, e i loro fiori sono un miscuglio tra rosa e porpora. Questi ricoprivano i prati verdi che circondavano i villaggi dei nativi e da qui, ecco il “colore” di questo plenilunio.
Al solito, ci sono moltissimi altri nomi: “Luna dell’erba che germoglia”, “Luna dei boccioli” (entrambi nomi abbastanza evocativi direi), “Luna del pesce”…Ecco sì, questo un po’ stona ma solo se non spieghiamo da dove deriva. Le tribù native costiere, infatti, non guardavano i fiori ma, giustamente, la loro fonte di nutrimento primaria; i pesci. E natura vuole che nel mese di aprile, le alose (della stessa famiglia delle sardine) risalgano i fiumi per deporre le uova.
Insomma, niente “Supeluna Rosa” per stasera ma, come bene sapete, alla Luna non servono orpelli inutili. Lei è meravigliosamente straordinaria sempre e comunque.
Curiosando sulla Luna e dintorni
Per gli appassionati dello sport (e io mi ci metto in mezzo), il colore rosa è associato da sempre al giro d’Italia, nelle cui tappe si vince “la maglia rosa”. L’idea venne nel 1931 ad Armando Cougnet, allora direttore de “La Gazzetta dello sport” (da cui il colore scelto per la suddetta magli) che volle fosse un simbolo di riconoscimento, dopo ogni tappa, per il capolista della classifica generale di quel momento.
E di una corsa si trattò, in un certo senso, quando riuscimmo finalmente ad arrivare sulla Luna. Purtroppo la spinta iniziale non fu tra le più nobili perché si era in piena guerra fredda tra USA ed ex Unione Sovietica e la Luna venne vista come il traguardo da raggiungere per dimostrare all’altro chi fosse il migliore. Com’è finita lo sappiamo: il 20 luglio 1969, Neil Armstrong e Buzz Aldrin furono i primi due uomini a camminare sul nostro satellite, mentre Micheal Collins li attendeva paziente sull’Apollo 11. Non so se molti di voi sanno, però, che in tutte le tappe intermedie, l’ex Unione Sovietica è sempre stata in vantaggio; prima sonda nello spazio (Sputnik,1957), primo essere vivente nello spazio (cagnetta Laika, 1957), prima foto della faccia nascosta della Luna (missione Luna 3, 1961), primo uomo in orbita (Jurji Gagarin, 1961), prima donna in orbita (Teresa
Tereshkova, 1963), prima passeggiata spaziale (Aleksej Archipovic Leonov, 1967), primo aggancio in orbita tra due sonde (le Soyuz 4 e 5, 1969). Insomma, una marea di maglie rosa vinte dall’ ex Unione Sovietica. Però, come sempre accade, si ricorda quasi sempre solo il vincitore al traguardo finale. E quel vincitore sono stati gli USA.
Insomma, la Luna l’abbiamo raggiunta per una spinta iniziale sbagliata…ma se ora astronauti di ogni nazionalità coabitano la nostra meravigliosa Stazione Spaziale Internazionale e agenzie spaziali in tutto il mondo lavorano insieme, con sempre un po’ di sana competizione, per continuare a scoprire l’universo, alla fine qualcosa di buono ne è uscito fuori, non credete?
La Luna fuori dallo spazio
Sicuramente molti di voi avranno sentito parlare della legenda cinese della dea Chang’e che, divenuta accidentalmente immortale, fu costretta a separarsi per sempre dal suo amato marito Hou Yi. Da allora vive in totale solitudine sulla Luna, con la sola compagnia di un coniglio di giada. Questa splendida e malinconica storia viene trattata in modo delicato e costruttivo nel cartone musicale “Over the moon”, targato NETFLIX e candidato agli oscar 2021.
La piccola protagonista Fei Fei è il completo connubio tra amore per la scienza e amore per la fantasia ed entrambe l’accompagneranno in un viaggio particolare, in cui incontreremo anche Chang’e; viaggio che è metafora di una sua crescita e che racchiude un messaggio caldo e delicato per tutti noi. Il film è trattato in modo particolare, con qualche elemento, oserei dire, tipicamente asiatico, ma quello che vi resta alla fine è un sorriso e uno sguardo verso il futuro.
‘a Luna a Roma in versi
Luna nostra, che ce guardi e ce coccoli da lassù,
nun te cura’ de chi te vorebbe blu, rossa o rosa
de chi te preferirebbe più grossa e ancor più luminosa.
A noi ce stai bene così, nun ce serve davero de più,
basta ch’ogni sera sapemo che te ne stai tra ‘e stelle,
e che co’e tue fasi ce regali ‘e nostre notti più belle.
A cura di Martina Cardillo
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