L’11 maggio si celebra la Giornata Mondiale dell’Orientamento: imparare a orientarsi fra le stelle è sempre più importante
L’11 maggio, in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale dell’Orientamento (World Orienteering Day), un evento che invita adulti, bambini, scuole e sportivi a riscoprire l’arte dell’orientamento, una disciplina antica che è sempre servita all’uomo per orientarsi all’interno di un territorio inesplorato, ma avendo sempre qualche punto di riferimento, generalmente il cielo stellato, che è una bussola di riferimento anche in assenza della bussola fisica. L’orientamento più comune utilizzato storicamente è quello proprio con la bussola, sia per la navigazione che per l’esplorazione terrestre, ma in questo articolo vorremmo esplorare meglio l’orientamento in base agli astri e al cielo stellato, per capire come usare le stelle per comprendere dove siamo e dove siamo diretti.
Fin dall’antichità, le stelle sono state la prima mappa dell’umanità. Prima delle bussole, dei GPS e dei satelliti, popoli antichi come i Fenici, i Greci, i Romani e i nomadi del deserto si orientavano scrutando il cielo, anche se, come sappiamo ormai bene, la posizione di dove ci troviamo sulla Terra influisce sulla diversa “inclinazione” e “posizione” delle stelle. Ad esempio, se ci trovassimo in Scandinavia, sarebbe molto facile individuare la Stella Polare, sarebbe quasi all’azimut (il punto sopra di noi) e lo sarebbe durante tutto l’anno, ma più ci avviciniamo all’Equatore, più la posizione della Stella Polare, pur indicando sempre il Nord celeste, cambia, fino ad arrivare al punto in cui sparisce sotto la linea dell’orizzonte, entrando nell’Emisfero Australe ed avendo altri punti di riferimento. Ne consegue che chi si trova all’Equatore ha meno punti di riferimento, poiché meno visibili o identificabili, mentre chi vive più lontano dall’Equatore riesce ad orientarsi meglio nel cielo, perché nell’emisfero polare c’è la Stella Polare (che indica sempre il nord), in quello australe c’è la Croce del Sud (che indica sempre il sud).
In merito all’orientamento celeste, la giornata mondiale dell’orientamento serve per gettare luce sull’importanza di avere sempre dei punti di riferimento, specie la notte, perché può capitare di essere in zone dove non prende internet e non abbiamo campo, o dove non abbiamo strumenti artificiali per capire dove siamo e dove stiamo andando. In questo senso, parlando del nostro cielo (quello dell’emisfero boreale) l’Orsa Maggiore è la costellazione di riferimento per orientarsi nel cielo, ma sfatiamo un mito importantissimo: non è qui che si trova la famosa Polaris, o Stella Polare, bensì nella Costellazione “speculare” (a specchio) dell’Orsa Minore.
L’Orsa Maggiore è utilizzata come metodo di riferimento per trovare la Stella Polare: prendiamo le due stelle finali del rettangolo dell’Orsa Maggiore (quelle dove la distanza è maggiore, se non le trovate, aiutatevi con un’app astronomica per telefono) Dubhe e Merak, prendiamo la distanza che c’è fra queste due stelle e moltiplichiamola per 5, in direzione verso l’alto (attenzione, la Costellazione può essere girata verso il basso in base al periodo dell’anno e all’orario in cui la si guarda, sempre puntare questa linea verso la zona alta, la Stella Polare si trova a Nord!). Altro metodo per comprendere l’orientamento è quello di usare la stella Mizar dell’Orsa Maggiore e la stella centrale della costellazione di Cassiopea, facilmente riconoscibile per la sua forma a W: tiriamo una linea che collega queste due stelle (Mizar è la stella centrale del gambo dell’Orsa Maggiore, quindi l’opposto rispetto al rettangolo) ed esattamente al centro c’è la Stella Polare, la stella maggiormente riconoscibile, sia da cieli inquinati che da cieli bui, in quella porzione di cielo.
Nel corso della giornata mondiale dell’orientamento vengono organizzate delle serate a tema in tutto il mondo in cui, mediante l’ausilio di un laser, si individuano le principali costellazioni e ci si impara ad orientare nel cielo stellato. Nell’ottica di turismo astronomico, Astronomitaly organizza queste serate di osservazione astronomica con telescopio e laser non solo l’11 maggio, ma tutto l’anno, in formula privata, prenotabili da qui. Occorre anche ricordare che il modo migliore per conoscere il cielo e riconoscere i principali oggetti è quello di trovarsi in una zona dal basso inquinamento luminoso, dunque a causa dell’aumento delle luci artificiali, diventerà comunque sempre più difficile orientarci nel cielo e individuare le principali costellazioni (già adesso, da cieli urbani, è praticamente impossibile riconoscere nitidamente tutte le stelle di Cassiopea).