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La “Silenziosa Luna”
“Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai Silenziosa luna?”
Con queste parole Giacomo Leopardi iniziava a scrivere, nel 1829, una delle sue poesie più celebri, quella del “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”. Iniziava rivolgendosi proprio alla Luna, l’astro più luminoso del cielo notturno. L’astro che per secoli ha affascinato l’uomo primitivo, suscitando in lui un mix di stupore e paura. Quello stesso astro che ancora oggi ci affascina e ci emoziona, che ci lascia a bocca aperta di fronte alla sua maestosità ed eleganza.
Fin dalla primissima antichità l’Uomo ha sempre cercato di indagare sulla natura misteriosa della Luna, ha visto in lei una divinità, una matrigna crudele o una fedele alleata. È stata odiata, venerata e amata allo stesso tempo, e ha suscitato un interesse sempre crescente nel corso dei secoli.
Oggi potremmo dire che la Luna non ha più segreti per noi: dopo averla a lungo osservata, siamo riusciti a studiarla e raccoglierne dati scientifici, l’abbiamo vista da vicino grazie a telescopi sempre più potenti, ne abbiamo osservato il volto nascosto, abbiamo fatto arrivare sul suo suolo delle sonde e, nel 1969, siamo riusciti a far atterrare, o meglio, allunare, i primi tre uomini sulla sua superficie.
Sembrerebbe proprio che ormai conosciamo tutto del nostro satellite, eppure, ancora oggi, ogni volta che compare in cielo, che sia sotto forma di una piccola falce luminosa o che sorga in tutta la sua maestosità, continua ad emozionarci e a lasciarci incantati durante tutto il suo volteggiare notturno.
Nonostante ciò ci sono, però, delle curiosità a proposito del nostro satellite che spesso sono ancora sconosciute. Per questo motivo oggi andremo ad analizzare una Luna un po’ diversa, la Luna che non tutti conoscono.
Iniziamo!
LUNAMOTI

È stato studiato che la Luna è sismicamente attiva e quindi sulla sua superficie ci sono dei veri e propri terremoti o, come sarebbe più appropriato dire, dei “lunamoti”.
Furono rilevati per la prima volta da dei sismografi che gli astronauti delle varie spedizioni Apollo piazzarono nelle diverse zone di atterraggio tra il 1969 e il 1972. Questi sismografi rimasero attivi e funzionanti fin quando non vennero spenti nel 1977.
Ad oggi sono stati studiati 4 tipi di lunamoti diversi:
- lunamoti in profondità che si verificano a circa 700 Km dalla superficie;
- vibrazioni dovute all’impatto con meteoriti;
- sismi dovuti al forte sbalzo termico a cui la crosta è sottoposta (da ricordare infatti che la Luna è priva di atmosfera, quindi il calore non viene trattenuto sulla superficie e una stessa roccia può subire una variazione di temperatura molto alta in base al fatto che sia esposta al Sole oppure no);
- lunamoti poco profondi che si verificano a circa 20-30 Km dalla superficie.
L’ORIGINE DELLA LUNA

Sembra strano a dirsi, ma è così: ancora oggi non abbiamo certezza di come si sia originata la Luna. A proposito di questo argomento ci sono molte teorie:
Teoria della fissione: sostiene che la Luna sia in realtà un “pezzo” di Terra che si è staccato dal nostro pianeta durante la fase di formazione. Più propriamente, secondo questa teoria, la Luna si sarebbe staccata proprio da lì dove oggi si trova il bacino dell’Oceano Pacifico.
Teoria della cattura gravitazionale: secondo questa teoria, la Luna era in origine un corpo che “vagabondava” nello spazio cosmico e che successivamente sarebbe stato attratto dal campo gravitazionale terrestre.
Teoria della condensazione: secondo questa teoria la Terra e la Luna si sarebbero formate nella stessa nebulosa che ha dato origine all’intero Sistema Solare, e la Luna si sarebbe già formata in orbita attorno alla Terra.
Nonostante queste teorie, ce n’è solo una che ad oggi è la più accreditata:
Teoria del grande impatto: secondo questa teoria la Luna si sarebbe formata in seguito a un fortissimo impatto tra la Terra e un altro pianeta del Sistema Solare delle dimensioni di Marte. Questo impatto sarebbe avvenuto subito dopo la formazione del Sistema Solare stesso.
POLVERE LUNARE

Non tutti lo sanno, ma uno dei principali problemi che gli astronauti ebbero durante le loro “passeggiate lunari” fu causato proprio dalla polvere lunare.
La sabbia lunare, infatti, è composta da granelli molto fini e taglienti (ciò è dovuto al fatto che, in assenza di atmosfera, non vengono erosi da venti o piogge), che però risultano essere parecchio corrosivi. Si attaccano con facilità a qualsiasi superficie e furono causa di corrosione degli stivali che gli astronauti indossavano per camminare sul suolo.
Crearono così tanti problemi che Harrison Schmitt, geologo di bordo durante la missione Apollo 17, scrisse nel suo libro “Return To the Moon” che la polvere lunare avrebbe creato più problemi per la salute dell’uomo persino delle radiazioni.
Dopo la prima spedizione Apollo, la NASA decise di studiare meglio la natura di questa polvere. Ideò quindi degli esperimenti che, attraverso dei rilevatori, dovevano misurare la velocità di accumulo della polvere lunare su una superficie.
Questi rilevatori di polvere, chiamati Lunar Dust Detector, furono inviati sulla Luna insieme alle missioni Apollo 12, 14 e 15. Restarono in funzione e raccolsero dati fino al 1977, anno in cui la NASA decise di abbandonare le ricerche a causa di una mancanza di fondi.
I dati raccolti in tutti quegli anni dai rilevatori vennero immediatamente persi e di questi non si seppe più nulla fino al 2006, quando il fisico che aveva ideato l’esperimento, comunicò alla NASA di avere una copia di backup di quegli stessi dati che tutti credevano smarriti.
Le ricerche vennero di nuovo aperte e i dati analizzati. Pochi anni dopo vennero comunicati i risultati, secondo i quali la polvere lunare aveva una velocità di accumulo lentissima. Nonostante ciò, avrebbe comunque creato dei grossi problemi agli strumenti di una possibile base umana sulla Luna.
Oggi le ricerche continuano: scienziati da tutto il mondo indagano sempre più a fondo per cercare di capire un po’ di più sulla natura così misteriosa del nostro satellite.
In fondo le cose non sono cambiate così tanto da quando l’uomo antico alzava gli occhi al cielo e rimaneva incantato e al tempo stesso un po’ intimorito dallo spettacolo maestoso che gli si poneva davanti. La Luna ancora oggi è vista come una sorta di matrigna benevola, e scoprire un po’ di più sul suo conto potrebbe portarci davvero molto lontano… magari fino a Marte!
Image Credits: NASA