Giove, pianeta dalle mille sorprese!
Forse non tutti sanno infatti che oltre a essere il più grande pianeta del Sistema Solare, Giove ha caratteristiche particolari che lo rendono unico.
In molti, in queste notti primaverili, avranno notato sorgere un puntino luminoso a est, verso la costellazione dell’Ofiuco e verso la stella Antares…
Nella notte fra il 22 e il 23 aprile, Giove e la Luna infatti si sono “incontrati” nella congiunzione che li ha visti protagonisti.
Giove, il quinto pianeta più distante dal Sole dopo Mercurio, Venere, la Terra e Marte, si configura come un astro splendente. E’ il quarto oggetto celeste più luminoso dopo il Sole, la Luna e Venere. Ma riserva molte altre sorprese…
Il pianeta “gigante” per antonomasia si distingue dagli altri per la sua grandezza: la sua massa è pari a 317,9 volte la massa della Terra. Un “gigante” gassoso che non ha nulla (o quasi) da invidiare a una stella…
Una “stella mancata”?
Forse non tutti sanno infatti che Giove, oltre a essere il pianeta più grande del Sistema Solare, è grande due volte e mezzo la massa di tutti gli altri pianeti del Sistema Solare messi insieme. Ciò, insieme al fatto di essere un pianeta completamente gassoso composto di idrogeno e elio per lo più, lo rende più simile a una stella, al nostro Sole ad esempio, che a un pianeta vero e proprio.
Le ipotesi sulla composizione di Giove si basano su un nucleo solido per lo più formato da rocce e ghiaccio che sottostà a un mantello di idrogeno metallico. La pressione è molto alta: circa 3 milioni di atmosfere terrestri.
Queste caratteristiche lo rendono simile a una stella: molti studiosi lo hanno per molto tempo considerato una “stella fallita”. Al pianeta Giove sarebbe toccato l’appellativo di “stella” soltanto se ci fosse stata per lui l’opportunità di accrescere la sua massa di 75-80 volte quella attuale, permettendo così l’innesco delle reazioni di fusione termonucleare nel nucleo, tipiche delle stelle.
Non solo Saturno ha gli anelli!
E’ vero infatti che non solo Saturno possiede una “collezione” di anelli attorno al proprio equatore! Giove infatti vanta, a una distanza di 55000 km dalle nubi più alte dell’atmosfera, sul piano equatoriale, una formazione di anelli planetari. Scoperti dalla sonda Voyager 1 nel marzo 1979, sono formati da piccolissime polveri di rocce e ghiaccio. Per questo sono poco visibili: riflettono pochissimo la luce solare.
Fulmini e saette su Giove!
Gli antichi greci raffiguravano Zeus, ovverosia Giove, come l “adunator di nembi e tempeste”, il “Signore del Fulmine”. E’ vero infatti che anche l’atmosfera del pianeta Giove è soggetta a temporali, cicloni e fulmini, proprio come avviene sulla Terra!
Il raggio d’azione dei fulmini che si verificano su Giove, è circoscritto però ai poli, dove l’intensità delle tempeste è maggiore. A differenza della Terra infatti che il Sole “scalda” di più all’equatore, su Giove c’è verso i poli un incremento di moti convettivi, che portano maggiore umidità.
I dati sui fulmini gioviani furono raccolti già con la sonda Voyager nel 1979. Analizzati successivamente e rilevati dalla sonda Juno dalla Nasa, ci si è resi conto che questi sono molto più simili alle precipitazioni terrestri di quanto non si pensi.
La cosiddetta “macchia rossa” è una tipica conformazione invece di una tempesta anticiclonica, che dura da circa 300 anni e visibile dalla Terra anche con un piccolo telescopio.
Autore: Dalna Gualtieri