Fino a 20 meteore all’ora, previste per la notte fra il 21 e il 22 ottobre, quando a rincorrersi nel cielo saranno le scie delle “stelle cadenti” chiamate Orionidi.
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Le stelle cadenti d’autunno
Abbiamo già parlato, nell’articolo relativo cielo di maggio, delle Eta Aquaridi, lo sciame meteorico che possiamo ammirare in primavera. Studi relativi alle comete e agli sciami meteorici, hanno dimostrato che le Eta Aquaridi hanno uno sciame “fratello”: anche le Orionidi, le meteore d’autunno, sono originate dai resti della cometa 1P/Halley, altrimenti detta Cometa di Halley.
Uno sciame particolare
Con un radiante molto esteso, che comprende la zona in corrispondenza della costellazione di Orione, le Orionidi sono state, a partire dalla loro prima osservazione nel 1864, oggetto di attenti studi sia per quanto riguarda la loro origine, sia per la loro composizione, sia per il loro ZHR (tasso orario zenitale – indica il numero di meteore potenzialmente visibili da un osservatore sotto un cielo terso con il radiante dello sciame sempre allo zenit).
Le origini: la Cometa di Halley
Si suppone quindi, che le Orionidi siano il secondo sciame originato dai resti della Cometa di Halley, che è una delle poche comete a dare origine a due sciami distinti. Studiando la variazione dei livelli di attività durante il massimo si è giunti alla conclusione che le Orionidi siano il risultato delle polveri espulse dalla cometa negli ultimi 2200 anni. Pertanto le meteore presentano irregolarità nel flusso e nella composizione.
Il radiante e il “doppio massimo”
Anche il radiante delle Orionidi è stato oggetto di dibattiti, fin dal XIX secolo. Era stato notato infatti come il radiante fosse, rispetto agli altri sciami meteorici, più diffuso. Il massimo era perciò quasi imprevedibile.
Uno studio pubblicato nel 1982 ha rivelato come le Orionidi presentino in effetti un “doppio massimo”, cioè due diversi punti in cui l’attività dello sciame ha un picco. I diversi livelli di concentrazione dell’attività meteorica risalgono presumibilmente alla presenza di filamenti all’interno dell’orbita del flusso delle Orionidi. Ognuno di questi filamenti corrisponde ad un’orbita seguita in precedenza dalla Cometa di Halley.
Osservare le Orionidi
Il picco dell’attività è previsto nella notte fra il 21 e il 22 ottobre e possiamo dire che durante la notte si faranno attendere. Dovremo infatti aspettare la seconda parte della notte per ammirale al meglio, in condizioni ideali, ossia in assenza di inquinamento luminoso e con condizioni atmosferiche favorevoli. E guardare nei pressi e verso la costellazione di Orione, da cui lo sciame sembra provenire.
Bibliografia: Giordano Cevolani, in Gli sciami meteorici della Cometa di Halley, Le Stelle, n. 195, pp. 52-60.
Dove osservare le stelle con i telescopi e la guida di un esperto?
Autore: Dalna Gualtieri